giovedì 15 gennaio 2015

Quando la pista serve solo alla propaganda

Costruire ciclabili in Italia è un hobby comunale diffuso. Si progettano tronconi infrastrutturali lunghi anche dei chilometri che, all'improvviso, scompaiono nel nulla, totalmente decontestualizzati. Ovviamente, prima di inaugurarli, si fa una bella serie di foto e qualche articolo sui giornali locali.
Una città vivibile però è fatta di altre cose, è composta da un complesso di elementi che devono essere collegati fra loro per funzionare, la mancanza di uno solo degli elementi rende gli altri inutili.
Prendiamo adesso la nostra umile città meridionale e partiamo dal progetto di ciclabile che Fiab Gela e il Comitato di Quartiere Macchitella donarono al Comune di Gela tempo addietro.
Il progetto nasce da uno studio molto più complesso della singola ciclabile di quartiere. Uno studio la cui previsione è quella di creare una infrastruttura per la mobilità dolce che partendo dal parco urbano di Montelungo segua ad anello l'intera area bassa della città, collegandosi poi verso la parte sommitale ed il centro con sistemi di risalita (bus urbani e navette che accolgano anche le bici). Una infrastruttura il cui obiettivo è quello di ridurre il traffico motorizzato e aumentare gli spazi di vivibilità con conseguenti ricadute positive sul valore economico e sociale dell'intera area urbana.
Il singolo troncone di Macchitella rappresenta di fatto una parte del progetto complesso che deve per forza inserirsi in un contesto, altrimenti resta un chilometro senza alcun senso utile a fini trasportistici.
Il Comune di Gela, come ripetiamo sempre, ha pagato centinaia di migliaia di euro per elaborare il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile. Questo piano rappresenta il più avanzato strumento esistente per lo sviluppo di tutti i sistemi di mobilità in città. Gestire la mobilità significa rivedere il valore stesso della città e la sua possibilità di crescita economica, anche in chiave di nuova immagine esterna.
Ad oggi questa amministrazione non ha mai portato avanti alcuna procedura per adottare questo piano, con evidente danno per le casse comunali, che hanno visto uscire dei soldi per creare uno strumento mai utilizzato. Un po' come comprare una bella bici ( per restare in tema) da migliaia di euro e buttarla in fondo ad un garage.
La pista ciclabile di Macchitella è una scintilla che senza  legna adatta e sistemata in modo razionale darà vita solo ad un inutile fuoco di paglia.
Vogliamo qualcosa di più grande che un semplice pezzo di pista ciclabile, vogliamo la mobilità nuova.

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