martedì 18 aprile 2017

Il ciclotour dello sbarco è memoria di viaggio e presa di posizione.

Domenica pedaleremo ancora una volta lungo un itinerario meraviglioso. Il ciclotour sui luoghi dello sbarco americano non può e non deve essere considerato una carrellata di luoghi messi in mostra ai pedalanti. 
In una terra combattutta come la nostra, che ha sofferto lo scempio dell'aggressione industriale, un'associazione come Fiab Gela Nanocicli, che è ambientalista per scelta, statuto e pratica, ha il dovere di mostrare l'altra faccia della medaglia, il lato oscuro di quella luna luminosa che qualcuno vuole troppe volte nascondere. 
La piana di Gela, immensa e bellissima, colma di storia e di fascino, tagliata da oriente ad occidente, da sud a nord, dalle provinciali in disuso che sono ciclabili di fatto, è una piana resistente, una piana che resiste. Resiste da sempre all'attacco di chi senza pudore l'ha voluta devastare, nel profondo, nelle viscere, con l'estrazione di quel petrolio che tanta ricchezza avrebbe dovuto portare e che oggi ci ha reso dei miserabili reietti agli occhi di tutti coloro che guardano a Gela e riescono a vedere solo l'orrore dell'industria. 
La piana resistente è la natura tenace che andiamo a vedere. Scegliendo la bicicletta, facendolo lentamente.
Così, mentre la città scompare, sventrata dall'abusivismo edilizio che ne ha ucciso la memoria storica per trasformare l'antica pietra meravigliosa in orribile cemento da poveriricchi, noi guardiamo quei piccoli angoli che sono ancora testimonianza di un passato che non si cancella, perchè ripensando al passato possiamo edificare un futuro che sia degno di questo nome.
Ma non nascondiamo nulla nelle nostre tracce pedalanti. Il ciclotour dello sbarco, come tutte le nostre iniziative, mostra, per scelta e consapevolezza, i luoghi che sono il manifesto di un'aggressione industriale. 
La contrada Settefarine
Lasciamo la città attraverso il quartiere che oggi occupa l'antica contrada Settefarine, un tempo luogo paludoso e confine dell'antico agglomerato urbano, poi terreno prospero per lottizzazioni folli che hanno visto nascere in una notte (scusateci l'iperbole) un intero quartiere abusivamente pensato e realizzato. Settefarine, simbolo del denaro petrolifero, della città piccola che vedeva arrivare il salario all'improvviso e che lo spendeva per la CASA, l'immobile solido per l'intera famiglia; lo spendeva distruggendo la memoria edilizia, quella sociale, quella storica. 
La piana e le sue testimonianze
Oltre Settefarine il viaggio continua verso la meraviglia della piana di Gela, per mostrare il contrasto, il lato luminoso di Gela. Le colline coltivate a grano, gli antichi bunker fascisti, le vestigia del Castello federiciano, la diga del cinquecento, i bunker antischeggia e l'area del vecchio aereoporto militare. Un viaggio che non nasconde nulla della natura resistente, ma che punta dritto alla storia attuale.
Il centro olii e lo scempio industriale
Il rientro passa dalla bellezza dei nidi di cicogna e della vegetazione palustre allo scempio senza tempo dell'industria petrolifera.
Gela riappare a Sud, nella sua veste orientale industriale, lungo la vecchia provinciale che segue il cammino degli antichi viandanti Jacopei. Eccola la signora deturpata dall'oro nero.
Il nostro è un attraversare, un andare dentro i luoghi, per riscoprire la loro essenza. Così, l'ultimo chilometro è un viaggio nell'industria, tra vecchie discariche di petrolio, tubi sfatti e arruginiti, vestigia di una ricchezza mai compiuta. Una piccola strada che è memoria e monito per il pensiero del futuro: non ci può essere ricchezza dall'offesa agli uomini e alla natura.
Il ciclotour dello sbarco è un ricordo storico, è una fotografia del presente, è un diario di viaggio ed è un viaggio per chi vuole scrivere un proprio diario. Il ciclotour dello sbarco è testimonianza ed insegnamento, è didattico e divertente, come solo la realtà sa esserlo. 
Lo abbiamo pensato tanti anni fa perchè per fare rinascere questa città serve un costante impegno per restituire la sua memoria, la sua storia, la sua identità, che non è mai stata, non è e mai sarà, industrialpetrolifera.
Buona pedalata a tutti, vi aspettiamo giorno 23/04/2017

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